il Centro – 16 ottobre 2003 pagina 05 sezione: CHIETI
CRECCHIO. Mancano solo poche settimane per festeggiare il primo anno fuori casa. Non sono terremotati ma gli sfollati delle case popolari del paese, dichiarate inagibili alla fine del novembre 2002, in seguito alle piogge abbondanti. Le sei famiglie rimangono accampate da parenti o in alloggi affittati a prezzi di mercato e dunque di gran lunga al di sopra delle loro possibilità. L’aspetto più inquietante tuttavia è il totale disinteressamento dell’Ater che in 12 mesi non è riuscita a dare un solo cenno o una risposta all’amministrazione comunale. “Tutto fermo. Bloccato”, dice il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Giulio Saraceni, “l’Ater a tutt’oggi non ha fatto sapere niente. Le ordinanze di sgombero non possono essere revocate e le sei famiglie devono rimanere ancora dai parenti. Abbiamo scritto almeno tre volte all’Ater senza ricevere mai risposte. A questo punto siamo impotenti”. Una situazione incredibile che nel tempo ha visto anche una sollecitazione al prefetto. In un solo contatto l’Ater ha prontamente redarguito il sindaco per le dichiarazioni rilasciate al Centro. Per il resto nulla si può sperare per la risoluzione del grave disagio. Lo scorso 13 giugno il presidente dell’Ater Emanuele Buracchio disse: “Il prossimo 20 giugno avremo una risposta dalla Regione circa un finanziamento di 250 mila euro per la ristrutturazione delle palazzine popolari”. La risposta non è mai arrivata. Abbiamo cercato di contattare più volte il presidente Buracchio senza mai ricevere risposte. Intanto si moltiplicano i proclami di lavori ciclopici ed investimenti milionari sulle case popolari in tutto il territorio di competenza anche se non si vede un solo nuovo cantiere.
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